sabato 2 novembre 2013

C'E' ANCORA UN FUTURO PER LE AGENZIE?


Stavo riflettendo su quale potesse essere l'oggetto di un articolo da scrivere sul blog e mentre pensavo a quale città, a quale nazione, a quale evento avessi potuto prendere come spunto per trarne un argomento, è sorta in me una riflessione diversa.

Ho cominciato a pensare ad un qualcosa a cui non si vorrebbe mai pensare: la paura che tutto l'amore, la passione che una persona possa investire nel suo lavoro, finisca nel doversi arrendere ad un finale completamente diverso da come lo si era immaginato all'inizio di un'avventura, di un percorso di vita.

Mai come in questo periodo il nostro settore è stato colpito violentemente nella sua essenza, nel suo nocciolo e mai come ora serpeggia tra la maggioranza degli addetti al turismo, uno strisciante pessimismo, una sorta di rassegnazione, di incertezza.

Tante agenzie, anche storiche, hanno abbassato le serrande. Tra i tour operator, ci sono stati gloriosi nomi che avevano fatto la storia del turismo, costretti ad arrendersi, con tutto ciò che ne è conseguito.

Di chi la colpa di tutto questo? Ci sarebbe da farci una lunghissima riflessione.

Sono cause endogene e quindi interne al nostro settore il quale non ha saputo adeguarsi in tempo al mercato che stava cambiando alla velocità della luce e anziché cercare nuovi modi di approcciarsi al pubblico, ha continuato ad arroccarsi su posizioni ormai obsolete.

Sono cause esterne, un susseguirsi di eventi sociali, politici, che si sono intrecciati con cause di carattere internazionale, con cataclismi dovuti alla natura, un mix di eventi e di situazioni che ha fatto crollare delle difese che erano costruite spesso su situazioni già di per sé precarie.

Una classe politica che non ha mai dato peso al turismo, non ha mai investito in questa risorsa che sarebbe stata una grande opportunità di rilancio per l'economia nazionale, ignorandoci totalmente.

E come sempre succede quando un animale è ferito arrivano gli sciacalli che trovano il terreno fertile per attuare le loro strategie, spesso ignorando le stesse leggi a cui noi siamo assoggettati. 

Il consumatore diventa anche lui stesso uno sciacallo nel senso buono della parola perché la crisi lo porta alla ricerca esasperata del prezzo anche a discapito della qualità del servizio, anche mettendo a rischio il risultato stesso della compravendita e va ad alimentare quelle stessi fonti di sciacallaggio, perdendo di vista i valori fondamentali che dovrebbero essere la competenza, la preparazione, la serietà, l'onestà, ma d'altro canto la storia di questo paese ci ha portato per anni a vivere in un mondo fatto di illusioni, ci ha fatto credere che ci sono vie più brevi per arrivare al successo, alla gratificazione personale e ci ha fatto perdere la bellezza del contatto umano, dello scambio. della lealtà reciproca.

Accendo la televisione, ascolto la radio, leggo i notiziari ed è un continuo inno al pessimismo. Le cronache parlano di settori allo sbando, di aziende che chiudono, di operai in cassa integrazione, di famiglie che non sanno più come arrivare non alla terza ma alla seconda settimana del mese, ma non ho mai ascoltato un qualsiasi riferimento alle agenzie di viaggio, ai tour operator.

Sembriamo dei fantasmi, oppure l'idea è che essendo noi un settore che vende viaggi e quindi futilità, non meritiamo l'attenzione del grande pubblico, nonostante che in questo settore ci siano migliaia di occupati, centinaia di famiglie coinvolte, tanti piccoli imprenditori che non sanno più come muoversi, oltretutto con esposizioni debitorie rilevanti e giorno dopo giorno aumenta il numero di persone che si ritrovano in mezzo alla strada.

Io non so quale potrà essere il futuro, non riesco ad immaginare che un viaggio potrà essere venduto solo attraverso uno schermo, un tablet,
o chissà con quale altro mezzo, e che non ci possa essere più spazio per le persone, non posso credere che all'improvviso centinaia di persone, di aziende che hanno dedicato la loro vita alla possibilità di concedere un sogno ad altre persone, lavorando ora dopo ora su questo sogno, investendo risorse economiche su questo sogno, siano dei fantasmi, siano materia di rottamazione.

A volte mi viene da pensare che sarebbe opportuno che tutte le agenzie di viaggi e tutti gli organizzatori ci fermassimo per un periodo, possibilmente coincidente con un periodo di alta stagione, ci mettessimo da parte e chissà se in quel momento tante persone comprenderebbero che qualcosa manca.

Mancheremmo per chi ha continuato a darci fiducia e sentirebbe la mancanza di un amico ma mancheremmo anche per chi viene da noi quando ha voluto fare da solo e poi si trova in difficoltà, mancheremmo per chi gioca sporco, sciacallando sulla nostra onestà, e ci carpisce consigli tecnici per poi andarli a mettere a frutto, ignorando chi ha fornito quell'utile informazione, in totale buona fede.

Non so se in questo caso si accorgesse di noi anche la classe politica ma tanto loro non hanno certo bisogno di rivolgersi alle agenzie di viaggio.






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